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La beneficenza si fa e si dice, per essere copiata e diventare virale

9 Gennaio 2019

Il motto “la beneficenza si fa, ma non si dice” è obsoleto, soprattutto nell’era digitale. Sono tanti i gesti di solidarietà che arrivano dalle imprese e dalle istituzioni, ma spesso non se ne parla. Per diventare virali, queste azioni devono essere comunicate, ovviamente mettendo al centro le Associazioni che abbiamo deciso di aiutare con donazioni, merce o soldi.

I vantaggi sono diversi:

  • Che si facciano comunicati stampa, post sui social o pubblicità, il risultato è sempre la visibilità alle Associazioni che sosteniamo. Si tratta di un aiuto che può essere davvero importante, soprattutto per le piccole realtà. In questo modo, riescono a farsi conoscere anche al di fuori della loro cerchia e possono attirare così altre donazioni o altre persone disposte ad impegnarsi per la causa.
  • Miglioriamo la nostra reputazione tra i dipendenti . E’ bello sapere di lavorare per un’azienda che è impegnata nel sociale.
  • Facendo conoscere all’esterno ciò che di positivo avviene grazie alla nostra organizzazione, ci si classifica come azienda etica e, di conseguenza, si attraggono talenti, fornitori e persino clienti che vogliono lavorare con imprese impegnate socialmente.
  • Di riflesso, aumentiamo anche la visibilità del nostro marchio

E’ chiaro che la comunicazione di un’azienda o di un ente non può basarsi solo su questo, ma rilevarne il volto umano e il proprio contributo al benessere agli altri è un arma sempre positiva, per se stessa e per la società.

Nella nostra pluriennale esperienza di agenzia di comunicazione, sono stati diversi i nostro clienti che hanno deciso di sperimentare anche questo approccio: dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, banca cooperativa che reinveste parte del suo utile sul territorio sostenendo Associazioni locali, ad Aicpe, Associazione di chirurghi plastici estetici, che ha collaborato con una onlus per aiutare le popolazioni del terzo mondo, alla Whirlpool, che è una fucina di iniziative che partono sia dall’azienda che dai dipendenti stessi.

 

Chiara Porta

Direttore Responsabile Eo Ipso (www.eoipso.it)

aiutobeneficenzasolidarietàvolontariato
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Comunicazione


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