La pubblicità passa dai social e dagli influencer, ma, sebbene sia cosa nota, non è evidente nelle pubblicazioni. Sui giornali e le testate on line, anche gli articoli per cui si paga per la pubblicazione vengono evidenziati come “informazione pubblicitaria”. Fuori dal mondo del giornalismo vige una deregulation totale.
Facciamo nostro l’appello della Camera della Moda, che chiede l’inserimento di un hashtag #ad/#adv, per evidenziare che l’informazione veicolata è stata pagata. Chiede che venga specificato anche se il capo indossato è stato fornito a titolo gratuito da parte del brand all’influencer. Tale circostanza andrebbe chiarita attraverso disclaimer quali “prodotto fornito da (brand)” o espressioni simili, anche in lingua inglese.
Chiara Porta
Direttore Responsabile dell’agenzia di comunicazione Eo Ipso (www.eoipso.it)