Odio litigare, alla fine di una discussione penso sempre a cosa avrei potuto dire o fare meglio. Il conflitto non mi piace per nulla, per questo l’ho studiato a fondo, per provare a domarlo e se possibile evitarlo, per non fare alzare i toni.
Ecco cosa ho imparato:
Regola numero uno
Mai esagerare e non sto parlando solo di emozioni.
E’ stato dimostrato nelle aule di tribunale che i testimoni sono più credibili alle giurie in America quando si esprimono con moderazione, senza toni troppo bassi o alti. E’ un fatto ed ha un impatto diretto sugli esiti del verdetto e sulla condanna.
Non bisogna essere insicuri, ma nemmeno dei fanatici. L’insicurezza nell’esprimersi mina la fiducia in quello che stai dicendo, al contrario la troppa sicurezza, per la serie devo vincere a tutti i costi, ti mostra prepotente, guidato solo dal tuo ego.
Regola numero due
Concentrati su quello che vuoi dimostrare. Devi avere un punto centrale forte nella discussione e tutto deve essere riportato a quello. Non ripeterlo più e più volte, non serve, più che altro stufa. Costruisci le tue argomentazioni tutto intorno ad esso.
Regola numero tre
Non trasformare un disaccordo in una guerra nucleare
Uno dei consigli più comuni dei consulenti matrimoniali è: “Attieniti sempre alla cosa di cui stai litigando”.
Non tirare fuori dall’armadio altri scheletri e risentimenti. Se state parlando di chi deve mettere i piatti in lavastoviglie, attenetevi a quello, non allargate gli argomenti con nuove recriminazioni: “quando dormi russi, non lavi mai l’automobile….”. Se fai così poi non chiederti perché a volte “si odia la famiglia”
Lo stesso accade sul lavoro, negli affari. Attieniti all’argomento di cui state parlando. Occhio sulla palla e sull’obiettivo che vuoi raggiungere, sulla tesi che vuoi sostenere, di quello bisogna parlare, non di altro. Se qualcuno cerca di introdurre altri argomenti nella discussione, allontanali in modo gentile, chiaro e trasparente: “stiamo parlando di questo, finiamo prima il discorso”, e torni a discutere di quello che ti sta a cuore. Divagare è uno dei trucchi più vecchi del mondo per spostare l’attenzione e mutare i toni del discorso. Se li lasci divagare rischi che alla fine della discussione la tua testa vada a fuoco. Potresti non riuscire nemmeno a ricordare di cosa trattasse l’argomento originale.
Regola numero quattro
Discuti solo quando sei certo di avere ragione. In caso contrario mai alzare i toni. Se sei dalla parte della ragione sia di avere la scienza, nel senso di argomenti da trattare, conoscienza. Hai la logica. Hai gli standard per la decenza umana.
Regola numero cinque
Sii freddo, pensa a cosa vuoi raggiungere. Se presenti le tue prove alzando i toni della discussioni, infuocandola, la persona che hai davanti si richiuderà, potrebbe sentirsi soverchiata, persino vittima di bullismo, e la cosa la renderà incapace di ascoltarti. Sparare sei o sette frasi urlando a squarciagola serve solo a far chiudere il tuo interlocutore e a non farti ascoltare, se una persona si sente aggredita si chiude nella sua roccaforte, anche ideologica.
I grandi argomentatori rimangono calmi, gentili ed empatici, non importa quanto sia ignorante o stupido il loro oppositore in una discussione.
Regola numero sei
Utilizza un piccolo numero di punti chiave per dimostrare la tua tesi.
È stato dimostrato che i migliori argomentatori utilizzano un piccolo numero di punti chiave. Non sparano argomentazioni a raffica rapidamente e non alzano i toni.
Regola numero sette
Se sei in vantaggio non sopraffare il tuo interlocutore, non devi dominarlo o domarlo. Se possibile entrambi vi dovete allontanare sentendo di esservi evoluti dalla discussione.
Regola numero otto
Per cambiare idea a una persona fai domande e resta calmo. Far cambiare idea a qualcuno è dannatamente quasi impossibile. Ci si può riuscire solo facendo domande che coinvolgano la vita e le idee del tuo interlocutore.
Regola numero nove
Riconosci una piccola vittoria al tuo interlocutore. Parla delle cose su cui siete d’accordo entrambi, è un primo passo per riconoscere valore anche alle sue idee. Complimentati con lui per quello su cui la pensate allo stesso modo. Puoi dire cose cose del tipo: “Sai una cosa, hai ragione su questo argomento. Mi sbaglio. Abbiamo tutti imparato molto oggi”.
L’apertura morbida è disarmante. È inaspettata. Evidenzia un desiderio di consenso piuttosto che di guerra e condiscendenza. La persuasione inizia con la gentilezza, non con il fuoco. È come ha scritto HG Wells: “Il primo uomo che alza un pugno è l’uomo che ha esaurito le idee”.
Regola numero dieci
Se qualcuno di aggredisce verbalmente, se ci riesci, esprimi una calma curiosità per le sue emozioni e perché è arrabbiato.
Rimanere calmi trasmette la tua forza mentre confermi anche che tieni alle loro emozioni. La cosa peggiore che puoi fare è rispondere. È difficile essere gentili e comprensivi di fronte all’idiozia e all’aggressività. Ma se lo fai, sarai il vero campione. Te ne andrai orgoglioso delle tue azioni piuttosto che pentirti.
Se non ci riesci metti fine alla discussione. I terapeuti dicono spesso che anche rispondere conferma l’abuso verbale di quella persona (sì, urlare è considerato abuso verbale, punto e basta).
Chiara Porta
Direttore Responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica, grafica ed eventi Eo Ipso (www.eoipso.it)