Da oltre 40 anni è un aiuto su carta a pensare. 3M ha lanciato il primo Post-it nel 1977. Li abbiamo usati tutti. Si trovano ovunque. Attaccati sugli specchi per ricordarci un appuntamento, sullo schermo del computer, come appunti, sui libri per appunti extra e come segna pagine. Questi pezzi di carta con uno strato di colla su un lato hanno accompagnato e incrociato la vita di tutti noi.
Un Post-It è perfetto per la memoria a breve termine. Possono contenere informazioni per 30 secondi. Si possono usare per compiti di memoria veloci, che durano 30 secondi: annoti gli ordini di tutti per il cibo da asporto, poi li butti via nell’istante in cui chiami l’ordine.
Come dispositivo per l’archiviazione delle informazioni, un post-it copre scale temporali estremamente disparate. Possono contenere informazioni per 30 anni. A tutti è capitato di vedere Post-it datatissimi per spiegare i comandi di una certa macchina. Chiunque passa, anche anni e anni, dopo sa subito come fare.
Non devono essere aggiornati come le app. Un muro di Post-it durerà degli anni. Un’app può essere cancellata se non adeguata ai nuovi sistemi operativi e tutto quello che vi è contenuto dentro andrà perso.
Non hanno un’interfaccia utente. Li sanno usare tutti senza necessitare di spiegazoni.
Funzionano con qualsiasi stilo e la risoluzione è sorprendente.
I Post-it non sono tracciabili. Non hanno un codice interno.
I Post-it hanno una fisicità tutta loro. Quando hai finito di usarli di accartocci e li metti nella raccolta differenziata della carta. Sono interamente riciclabili.
Non necessitano di alimentazione, di corrente elettrica per funzionare. Un punto ovvio, certo, ma interessante, e green.
Funzionano scrivendo brevi enunciati. Combinati, però, possono essere usati per costruire un insieme più complesso.
Ti possono aiutare con qualsiasi tipo di lavoro, dal più banale al più complicato. Sono stati usati per le liste della spesa, come per scrivere appunti di matematica, o per ricerche per scrivere dei libri. Servono per fare brainstorming. L’assoluta diversità delle cose a cui si usano i post-it per pensare è una testimonianza della loro flessibilità cognitiva.
Sono appariscenti, perché colorati. ma non creano stress. Sono calmanti. Mark Weiser e John Seely Brown hanno descritto una tecnologia come “calmante” se offre informazioni cruciali, ma lo fa in silenzio, alla periferia della nostra attenzione. Una tecnologia calmante è qualcosa a cui guardiano di tanto in tanto. Non è rumorosa; non raglia, come un asino per ottenere la tua attenzione. È esattamente così che usiamo spesso i post-it: appoggiamo qualcosa – un’idea, una password, una citazione ispiratrice, un avvertimento, una tassonomia di idee, un promemoria per comprare il latte – che esamineremo periodicamente. I post-it premiano la tua attenzione ma non cercano di dirottarla.
Aiutano a ragionare e a dialogare con noi stessi. La maggior parte degli scritti che componiamo al lavoro – e-mail, presentazioni, documenti – mirano a persuadere gli altri. Posso convincerti a fare questo, o a pensare questo? Posso impressionarti abbastanza da farmi seguire? I post-it sono diversi. Li usiamo per organizzare i nostri pensieri, per scervellarci su ciò che sappiamo (o non sappiamo) o per ricordare a noi stessi di fare qualcosa. Stiamo cercando di convincerci: posso farlo? Pensa questo? Posso impressionarmi abbastanza da seguirmi? In un’epoca definita dai social media, che premia enormemente il parlare costantemente con gli altri, abbiamo bisogno di più tecnologie che cin incoraggiano a pensare con la nostra testa, non con la tv o i social.
Sono facili da condividere e da usare per passare informazioni. Per poter condividere un post-it con altri, non ho bisogno che utilizzino lo stesso software, che ho usato io. Ve lo consegno semplicemente, o lo lascio appeso sulla porta, su una lavagna, sulla scrivania di un collega. Passano, quindi, facilmente da una dimensione solitaria a una sociale. Posso essere mantenuti privati se c’è n’è bisogno, ma sono super facili da condividere.
Se finiscono con pochi euro si ricomprano, quindi, in teoria, non si esauriscono mai.
Chiara Porta
Direttore Responsabile dell’agenzia di comunicazione giornalistica, grafica ed eventi Eo Ipso (www.eoipso.it)